Nel nuovo, sconvolgente capitolo di La Notte nel Cuore, la calma apparente che regnava tra i Sanalan viene spazzata via da una verità tagliente come una lama. Tutto comincia con un ritorno che nessuno si aspettava: Sumru, ferita e umiliata, riappare per reclamare ciò che le è stato tolto — la sua dignità e il diritto di essere creduta.

Dopo settimane di silenzi e rimorsi, la famiglia Sanalan decide di raggiungerla a Konya, sperando in un fragile gesto di riconciliazione. Le porte dell’hotel dove Sumru alloggia si aprono su una scena carica di tensione. La donna, vestita di scuro, guarda i suoi cari con occhi freddi, e in quello sguardo c’è tutto il dolore di chi è stata tradita due volte: prima dalla violenza, poi dall’incredulità di chi avrebbe dovuto proteggerla.

“Non siete venuti per me, ma per la vostra coscienza,” sussurra Sumru, voltando le spalle. La madre, in lacrime, cerca di abbracciarla, ma lei la respinge con un gesto netto. “Dove eravate quando ho chiesto aiuto? Quando gridavo che Halil mi faceva del male, voi mi avete fatta tacere.”

Solo l’intervento di Nilay, la sua amica più leale, riapre vecchie ferite e costringe tutti a guardare in faccia la verità. È lei a rivelare che Sumru aveva davvero sporto denuncia per violenza, che non aveva mai mentito. La famiglia, schiacciata dalla vergogna, capisce troppo tardi di aver commesso un errore irreparabile. Ma invece di conforto, quella scoperta scatena la rabbia di Sumru: “Ora mi credete solo perché avete visto un foglio? Non perché mi amate, ma perché temete di apparire colpevoli!”

Con un gesto disperato, la donna li caccia di casa. Il suono della porta che si chiude dietro di loro risuona come una condanna. In quel momento, un capitolo della loro storia familiare si chiude per sempre.

Mentre a Konya si consuma questa tragedia domestica, a Istanbul, nell’hotel dei Sanalan, un’altra scena destinata a cambiare tutto prende forma.
Bugnam, uno dei collaboratori più fidati della famiglia, cerca di contattare Cihan per comunicargli una notizia urgente riguardante Sevilay, ma il destino ha altri piani.

Alla reception, tra l’eleganza del marmo e l’odore di fiori freschi, entra una giovane donna dal portamento deciso e dallo sguardo enigmatico. Indossa un cappotto beige, la voce è calma ma carica di sicurezza. Si avvicina al bancone e dice con naturalezza disarmante:
“Salve. Sono la fidanzata di Cihan San.”

La frase cade nell’aria come un tuono improvviso. Il receptionist, interdetto, la guarda con occhi spalancati. Anche Bugnam, che si trovava poco distante, si blocca a metà frase. Tutti gli sguardi convergono su di lei, ma la ragazza — Peri — rimane impassibile, quasi compiaciuta del gelo che ha provocato.

Quel nome, Cihan San, non è nuovo tra quelle mura. È sinonimo di potere, carisma e mistero. E adesso qualcuno osa legarlo a una dichiarazione così audace. Ma il vero colpo di scena arriva un istante dopo: dall’altra parte della linea telefonica, c’è Melek.

La giovane, che stava parlando con Bugnam proprio in quel momento, sente ogni parola. Le sue dita tremano, il viso impallidisce. “La fidanzata di Cihan?” ripete sottovoce, come se la frase le bruciasse sulle labbra. Nella stanza si fa un silenzio irreale. Il battito del suo cuore copre ogni suono, ogni pensiero.

Le immagini di Cihan le attraversano la mente come lampi: le promesse sussurrate, le notti insieme, la sua voce che le diceva “sei l’unica”. E adesso? Chi è questa donna che osa dichiararsi sua fidanzata? Una bugia? Un gioco crudele? O, peggio ancora, la verità?

Melek non riesce a respirare. La gelosia, quel sentimento che aveva giurato di non provare mai più, la investe come un’ondata. Il dubbio si insinua in ogni angolo del suo cuore. Se Peri non mente, significa che Cihan le ha nascosto qualcosa di enorme. Ma se mente… perché farlo? E con quale scopo?

Nel frattempo, Peri prosegue con apparente naturalezza. Chiede la chiave della suite di Cihan, spiegando che lui l’attende. Il personale, incerto, la osserva con diffidenza, ma l’eleganza e la sicurezza con cui si muove la rendono credibile. Ogni suo gesto sembra studiato, ogni parola calcolata per colpire nel segno.